Il 58% degli italiani è pronto a ripensare al proprio equilibrio tra vita privata e professionale, questo è ciò che emerge da un sondaggio condotto da Bain & Company, società di consulenza strategica, sui lavoratori delle dieci principali economie italiane. In un mondo in cui la parola “Busyness” rappresenta il nuovo status quo, c’è chi si oppone decidendo di non sottostare più alle relative condizioni.
Sempre più spesso, gli individui prendono coscienza di poter trovare un fine più grande in molte altre attività come ad esempio nuove esperienze, conoscenze, le relazioni con gli altri oppure occupandosi del proprio benessere.
In particolare, le principali motivazioni legate a questo trend sono:
- Il miglioramento del tenore di vita permette di ridurre il tempo al lavoro, ma soprattutto a ripensare alle aspettative sul lavoro
- Gli standard di soddisfazione del lavoro sono cambiate, ma soprattutto divergenti in base all’individuo, non è più possibile fare approssimazioni o basare le proprie convinzioni sul passato. Ad oggi tra i principali fattori troviamo quello economico, la consapevolezza delle proprie potenzialità e il bisogno di esperienze nuove
- Digitalizzazione e automazione aiutano a ridurre lavori ripetitivi e di routine, dando sempre più importanza ai vantaggi che solo il fattore umano può garantire
- La tecnologia rende sempre più labile il confine tra vita privata e professionale innescando un circolo vizioso di iper connessione
- I millenials (26-41 anni), veri protagonisti delle economie avanzate, sono sempre più sottoposti a fattori di stress psicologi, senza dubbio accentuati dalla pandemia, dalle recenti situazioni economiche e geopolitiche, quindi sperimentano ogni giorno ambiguità e incertezza sul loro futuro a cui non erano pronti/e
Come lo ha definito Kevin Roose – New York Times, questa nuova tendenza prende il nome di “YOLO” (you only live once: si vive una volta sola), la pandemia e tutte le conseguenze che ancora oggi stiamo vivendo, ha portato molti lavoratori e lavoratrici a cogliere l’occasione per un cambiamento radicale, a partire dalla professione, fino ad arrivare a una nuova concezione della propria esistenza.
Dal punto di vista delle aziende, è necessario adottare nuovi approcci: il primo è quello legato alle strategie di hiring, non più la ricerca continua del talento (talent-taker), ma l’esaltazione di quelli già presenti in azienda attraverso corsi di formazione dedicati, percorsi di carriera e di crescita personale (talent maker).
Il secondo, invece, riguarda la riorganizzazione del lavoro per garantire la realizzazione di una vita significativa, soprattutto al di fuori del contesto lavorativo.
Infine, la creazione di un senso di appartenenza ai propri dipendenti attraverso una visione e dei valori condivisi.